Non ha precedenti storici il periodo che viviamo. Abbiamo sperimentato il distanziamento sociale, l’isolamento dagli affetti, l’arresto forzato delle attività lavorative. È accaduto tutto velocemente. Da un giorno all’altro è cambiato il peso specifico di gesti comuni: stringere la mano a un conoscente, abbracciare un amico di vecchia data.
Spaesamento e confusione sono stati i primi sentimenti. Ma poi lentamente si è fatto largo un nuovo modo di immaginare la quotidianità, anche se a distanza. La tecnologia si è mostrata per quello che è, non un semplice mezzo, ma un luogo di incontro, di dialogo, di studio. Così la scuola, le università sono entrate nei salotti e nelle cucine di molte famiglie. Gli uffici e le riunioni hanno fatto irruzione nelle vite private di ciascuno.
Abbiamo vissuto una quotidianità inedita e difficile. Coniugare vita privata e lavorativa in un unico luogo, per un periodo così lungo, da soli o insieme stretti in pochi metri quadrati non è stato semplice. Nonostante tutto, nei limiti del possibile la vita è proseguita. Alcuni lavori hanno dovuto cambiare forma. E altri invece loro malgrado attendono nuove ridefinizioni prima di poter ricominciare.
C’è stato tempo per riflettere e osservare i dettagli, durante questa quarantena. Ci siamo fermati per interrogarci sul presente. Accorciando le distanze geografiche da nord a sud grazie al web, ci siamo chiesti a che punto fossimo, cosa fosse accaduto nel frattempo. Abbiamo parlato. E in collegamento dalle nostre cucine, dai salotti o in giardino, abbiamo discusso di imprenditorialità, innovazione, startup, nuove idee di business, rivoluzioni che si preparano ad investire il settore dell’Agrifood, del’’ITC, il turismo, la Green economy e il settore del Bio Tech e dell’Health Care.
Non abbiamo risposte certe e definite in merito. Ma possiamo provare a immaginarle. E vogliamo farlo insieme. Non potrebbe essere altrimenti in questo momento di incertezza. Lo abbiamo sempre saputo, anche in tempi non sospetti, che la contaminazione, il confronto, il dialogo, la costruzione collettiva di nuove realtà è un lavoro di squadra.
I CLabber di tutta Italia si uniscono in questa nuova avventura che è il Contamination Age, l’era della contaminazione, uno spazio virtuale in cui le risposte non sono preconfezionate, ma in continuo divenire. Nelle prossime settimane si confronteranno in più puntate, parleranno insieme, alternando idee, pareri e possibili soluzioni all’interno dei Contamination Talk: una finestra che apre alla considerazione di nuovi problemi, l’ingegno che si applica a situazioni ignote e tutto l’ottimismo necessario per scovare strade alternative che conducano ugualmente alla meta.
Guidati da Marco Casto, coach del CLab di Cagliari, i ragazzi dei Contamination Lab di tutta Italia indicheranno dal loro punto di vista le strade auspicabili, alla luce dei nuovi ritmi dettati dalla pandemia. Daranno voce a intuizioni ibride – e per questo ricche di potenziale – a cavallo fra il mondo del sapere universitario e quello dell’innovazione rappresentato dalle startup e dalle imprese che competono oggi nel mondo del mercato nazionale e internazionale. E infine proveranno insieme a costruire strade percorribili.